venerdì 18 marzo 2011

17 Marzo 2011 Io, speriamo che me la cavo (cronaca di un ritorno inseguendo Garibaldi)




La mattina della gara. Un rito che si ripete sempre uguale. Un rito che personalmente stavo quasi dimenticando. Un rito che fortunatamente ti resta dentro. Un rito che corre sul filo della scaramanzia e che richiede i suoi tempi. Un rito che trasforma la colazione in puro doping, e ti fa ingurgitare “sostanze” che normalmente non assumeresti mai le altre mattine. Le mie mitiche tre fette biscottate con abbondante miele di melata. E poi un cucchiaino extra di miele che non fa mai male.
Il rito si trasferisce poi all’appuntamento con gli altri atleti della squadra per il doping collettivo. Tutti insieme, sotto l’attento controllo di chi versa il prezioso liquido scuro, per assumere quelle sostanze deputate a potenziare quanto già ingurgitato a casa. La scura bevanda. Bevanda generalmente nota come caffè, ma che in queste mattine si trasforma in una sorta di elemento chiave abile ad aprire le porte dei record.

Rito concluso. Si parte. Stamattina si parte alla volta di Valle di Maddaloni per essere trasferiti a Limatola e coprire (noi di corsa) quello che fu il percorso di Giuseppe Garibaldi (lui a cavallo).
E come tutte le celebrazioni che si rispettano non è mancato l’Inno Nazionale, discorsi commemorativi e Garibaldi. Garibaldi che con il suo prode destriero è partito per coprire la nostra stessa distanza. Dopo 150 anni. Seguito dai 350 podisti quasi tutti in maglietta rossa. Non tutti in quanto qualcuno, per sua stessa ammissione, si è definito come totalmente refrattario al rosso. Una cosa è però certa, non abbiamo notato nessuno in tenuta “full green”.

Bang. Si parte.
Si parte dalla piazza di Limatola alla volta di Valle di Maddaloni. Sarà pur vero che sono autoctono, ma il dettaglio orografico del percorso che avremmo fatto mi sfuggiva, per cui in questi casi si va di logica. Per cui Limatola è più in alto di un posto che ha nel suo nome il sostantivo “Valle”. Lo dice la parola stessa. Valle, che nell’immaginario collettivo evoca immagini di distese pianeggianti. Allora vuol dire che è tendenzialmente a “scendere”. Bene. E’ quello che ci vuole. 18,6 km non troppo impegnativi da fare dopo un fermo macchina durato circa 2 mesi.
Oltre a quelli dei garibaldini, partono anche altri cavalli. Di quella razza bipede e muniti di pettorale. Partono e vanno al loro passo, e fanno la loro gara lì davanti a competere con gli altri della stessa razza.
Un po’ più indietro lo spirito che caratterizza i primi chilometri è assolutamente goliardico e fa tutt’uno con le incitazioni delle persone lungo il tragitto. Si scherza e si ride fino al 9° km circa, in fondo siamo a metà dell’opera. Fino a questo punto il percorso è stato caratterizzato da non impegnativi sali-scendi e che personalmente ho corso in compagnia di Stefano. Il 10° km ci riporta invece alla dura realtà, proponendoci una salita inesorabile e micidiale di oltre 1km. E’ qui che mi affiancano Peppe e Anna e risvegliano in me un po’ di carica e sopito orgoglio podistico. Anna dal passo terribile in salita. Sale, corre e …..  parla pure!

Da qui il percorso diventa un continuo sali-scendi, anche se il ricordo è più “sali” che “scendi”. Ma fortunatamente si arriva a Valle di Maddaloni. Appunto Valle. Mentre ancora mi arrovellavo il cervello a collocare il sostantivo valle con l’orografia del posto, mi sovviene il ricordo della maratonina della mela annurca. Il tempo di metabolizzare il ricordo che siamo di nuovo impegnati sulla terribile salita in acciottolato all’interno della cittadina. Qui dove il reparto di cardiologia dell’ospedale più vicino ha certamente pagato un po’ di persone lungo la salita per ripetere a tutti: “forza, è quasi finita”. Ma cosa? La salita o la gara?
E così si cominciano a vedere i “ponti della Valle”, e procedendo sempre in salita ci si accorge che, ahimè, la strada era troppo in basso per arrivare semplicemente fin lassù. Ed è qui che si consuma il colpo di grazia. Un dislivello pauroso, in fondo siamo solo al 16° km (cosa vuoi che sia), ci conduce sui tornanti alla volta dell’imperioso acquedotto di vanvitelliana memoria, protetto dall'UNESCO come patrimonio dell'Umanità. E qui l’attenzione aumenta, non per il panorama come sarebbe naturale fare, bensì per prestare attenzione a dove si mettono i piedi, essendo chiarissime sul selciato le tracce del passaggio di Garibaldi e soprattutto del suo cavallo. Finito lo slalom tra le “fortunate” tracce equine, ecco che ci si lancia a capofitto verso il traguardo. Ma Peppe e Anna dove sono? Eccoli, sono proprio lì davanti. Mi stanno aspettando. Mi aspettano per tagliare il traguardo insieme. Stremati, esausti …. ma soddisfatti.

Non me ne vogliano gli amici dell’Atletica San Nicola, ma in questo evento, e dico proprio questo, mi sono lasciato distrarre e trasportare dalle emozioni. Rimedierò leggendo di voi nella classifica ed aggiornando la nostra.

Io che sperando, alla fine me la sono cavata!

maurizio

6 commenti:

  1. Anna maria Imbriano18 marzo 2011 alle ore 20:03

    Complimenti vivissimi Maurizio, per l'articolo calza bene e un pò ciò che abbiamo pensato tutti, mi dispiace per i meno allenati che hanno sofferto di più, personalmente una volta terminata la gara, avevo lasciato anche tutta la fatica alle spalle.

    RispondiElimina
  2. ...bellissimo articolo..forse uno dei più belli fin'ora..non me ne vogliano gli altri..ma magari Maurizio ci ha messo un pò più di enfasi..perchè ha vissuto il tutto appunto con l'emozione di chi"ritorna"...peccato che la Anna di cui si parla non sono io...mannaggia credo di essermi persa una grande occasione..intanto io oggi ho avuto la fortuna di incontrare Francesco Catanja...ed è sempre bello poter condividere l'allenamento con qualcun altro...peccato che quattro gocce di pioggia ed un padre troppo apprensivo(m'è vnut a piglià fin a là...chiedendo a chiunque incontrasse se mi avesse visto..ahahahah)lo abbiano interrotto un pò prima del mio solito..ma in fondo mancava solo qualche km...buon fine settimana a tutti!

    RispondiElimina
  3. Grazie per aver apprezzato l'articolo. Tutto sommato sono veramente le sensazioni che ho provato. Questa volta volta sono andato un pò fuori dai canoni della cronaca, ma l'ho sentito così.
    Un ciao particolare a tutte le "Anne".

    RispondiElimina
  4. mi raccomando Maurizio! con le celebrazioni, gli articoli dedicati, i complimenti, non ti monterai la testa? Ricordati che il ragazzo è "intelligente ma dovrebbe applicarsi di più" sarà sempre il nostro riferimento spirituale, anche quanfo finalmente ci guadagneremo la badante.. quindi piano, piano, ritorna in forma e da domenica prossima dalla tua penna, gloria per i ricchi di spirito e nessuna pietà per i vinti.. ricordati che siamo passati alla fase 2.

    RispondiElimina
  5. sei un grande maurizio...è stato un onore tagliare il traguardo con te...ho fatto tante gare lo sai in giro x il mondo ma giovedi mi sono emozionato anche io e vedere questa bellissima foto di noi tre per la mano mi emoziona ancora di più...era un pò che non correvo con voi...ho ritrovato un gruppo di amici più splendido di quello che ho lasciato...spero che le gambe e sopratutto la voglia mi consentano di ritornare a gareggiare con voi regolarmente....un abbraccio peppe

    RispondiElimina

Dal menu' a tendina, sotto questa finestra, SELEZIONA Nome/Url e riempi SOLO il campo nome..